" Ricominciare a volare " è stata la frase categorica che mi sono ripetuto a lungo in questi mesi, la pandemia ha fatto in modo che tanti di noi sognatori rimanessimo impiantati coi piedi ben saldi a terra per molto tempo.
Il mio ultimo viaggio risale al gennaio 2020 ( Cuba ) poco prima che esplodesse l'inferno quindi, ormai siamo a settembre 2021, per me troppi mesi ai box.
" Ricominciare a volare " una frase semplice all'apparenza ma che di fatto non lo è,
per me che resto sempre con le ali a mezze altezze, con un occhio sul passato e uno sul futuro ha una valore molto più ampio, per cui prima che la noia e la routine avessero la meglio sulla mia emotività in maniera negativa faccio il biglietto e parto per l'Islanda.
Come arrivo in Aeroporto comprendo subito che la confort-zone mi stava risucchiando, faccio enorme fatica a relazionarmi con il mondo esterno, sembra quasi che le mie capacità intellettive e sociali si siano leggermente ridotte rispetto al passato, rispolvero un inglese meno fluido della altre volte, interagisco con meno dimestichezza con l'esterno, mi sento praticamente arrugginito nonostante sia estremamente curioso nel capire dove questo viaggio mi porterà.
Faccio un bel respiro e comincio, tanto indietro non posso tornare.
Come prima tappa mi fermo a Reikiavik per qualche notte, giusto per prendere confidenza con la terra straniera, fare il punto della situazione e stimolare il coraggio a venir fuori. Intimidito dai miei umani limiti muovo i primi passi in esplorazione.
La strada che porta in città mostra già la sua vera natura al primo incrocio così fra un primo stop, una macchina che mi lampeggia ed un sorpasso ecco che si manifesta la terra di Odino.
La città che raggiungo non è grandissima, stile nordico ovviamente, fredda, poche insegne e silenzio tombale in giro, i negozi chiudono presto così come i ristoranti, in giro resta pochissima gente.
Faccio un giro in centro, scatto qualche foto di riscaldamento per alienarmi da tutto ciò che ho lasciato a casa, mi godo ciò che mi circonda adesso e alla fine mi siedo in un caffè molto accogliente e carino, ad attirarmi la sua vetrina fronte strada.
" Welcome " mi dicono e così mi sembra almeno di iniziare a sbattere le ali.
Inizia il viaggio.
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